Oh… madamì
fievole e graziosa venere
d’un labile momento
con la cenere
del tempo incipri
il volto stanco
e disperdi in un fiume di parole
i turbamenti dell’indole
superba.
Oh… madamì
piccola mela acerba
rovinata anzitempo
e inacidita
tu che di miraggi disegni e saggi
sei tutrice
tuttora ambasciatrice dei prolissi sogni
ora affoghi nel bisogno di narrare
la tua voglia
di volare
Oh madamì…
reclusa e diafana libellula
dalle ali fallate
d’assurdi timori
reclusa reginella
nella cella del dovere
non è più in tuo potere
lo scettro del voler… volare
tu che hai teso lo sguardo al cielo
e non arrivi a sfiorarne il velo
svirgoli l’unico spicchio di luna
nello sconfinato gelo
di spente e fallite meteore
tu che ne bramasti l’alone
hai sbriciolato nella scia delle stelle
le tue ore
Oh… madamì
ora indossi con dovizia
lo scorrer dei giorni
e ti specchi con grazia
in un lago sterminato di scelleratezza…
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