di Sergio Camellini
Grandi della Terra,
non fateci entrare
nel brancolante
buio del mondo.
Non toglieteci l’alba.
Non toglieteci
quell’incantevole luce
che si perde
ove si perde il cielo.
LA TUA CLASSE
(in bianco e nero)
La piazza era gremita
di uomini che sgomitavano
al tuo passaggio,
durante quel giorno
in bianco e nero
degli anni cinquanta,
era forse maggio.
La tua classe con incedere
elegante,
come fosse un brivido
tattile
da togliere il fiato,
camminava per lastroni
provocando emozioni.
Incurante di tutto,
eri solo alla ricerca
della parola che qualcuno
t’aveva inciso nel cuore;
oh come avresti voluto
sentir dire ancora una volta:
amore…
di Sergio Camellini
Nascesti
nella storia del mondo,
ahi noi martoriata
dal tempo;
però, una rassicurante
carezza di madre
strappò
un sorriso al cielo,
scoperchiando dalle nubi
il velo.
Una fonte di luce
v’è in te,
non temere
l’irta strada del buio,
ascolta l’emozione
del cuore, apri il futuro,
incoraggia il germoglio
dell’amore.
di Sergio Camellini
Noi
siamo quel mondo.
Nell’oggi,
dove sono i valori
incisi sul diario
dell’animo?
Agognerei
fossero un tripudio
di colori, di luci,
di emozioni,
di rispetto reciproco,
di dignità.
Ove,
l’uomo si elevasse
nell’incanto
dei sentimenti,
alla ricerca
dell’innata spiritualità.
di Sergio Camellini
Un ponte troncato immobile nel cielo, mentre le persone sfollate mettono le loro case in cinquanta scatoloni di ricordi…
Scorre
il mio indice
sulla carta geografica,
ove c’è Genova
ferita,
violata da massi
spenti d’amore.
Sito storico d’incanto
intessuto da genti
con fili di pianto;
non si aumenti
il sentimento di dolore,
con promesse
senza azioni
a lor connesse.
Amico mio,
ti sei perduto
nell’ora del terrore
e cerchi
un’alba nuova
per ricominciare,
come un fiore
nato tra le pietre;
cerchi l’acqua
per ristorare,
cerchi il sole
per riscaldare,
cerchi il germoglio
per sviluppare
amore, anche nel dolore.